Circa ottantamila persone si sono radunate stasera in Piazza San Pietro durante la veglia di preghiera per Giovanni Paolo II. L’occasione è stata il primo anniversario del suo trapasso alla Casa del Padre. È la prima volta che nella storia un papa, ad un anno dalla sua morte, viene ricordato in un modo così massivo. E quel che si respira è: serenità. Niente a che vedere con il culto della personalità, né con le nostalgie per i tempi ormai passati. Si percepisce tra i presenti soltanto riconoscenza per una persona amata che si è data totalmente fino in fondo, fedele alla missione affidatagli da Dio.
Alle 21:37, ora esatta della sua morte, Benedetto XVI lo ricorda dalla stessa finestra da cui lui parlò innumerevoli volte. E non pronuncia parole di circostanze. È un amico che parla dell’amico che ama, col quale ha lavorato per lunghi anni, nel bene della Chiesa e del nostro mondo. Quando si ama realmente, nessuno mai fa da intralcio o fa ombra a qualcuno. La grandezza umana e spirituale di Giovanni Paolo II non sminuisce la figura di colui che gli è succeduto. Ciascuno, ad ogni istante e in ogni luogo, può essere grande se fa ciò che deve, mosso dall’amore e nella sapienza del cuore. E questo si può dire sia delle casalinghe e dei lavoratori di una catena di montaggio, che dei papi. Tutti siamo chiamati a “cose grandi”. La grandezza che infonde l’amore, non viene da ciò che facciamo ma dal come.
“Se l’uomo si lascia abbracciare da Cristo, non mortifica la ricchezza della sua umanità; se a Lui aderisce con tutto il cuore, non gli viene a mancare qualcosa. Al contrario, l’incontro con Cristo rende la nostra vita più appassionante”. Papa Benedetto, così come fece il papa polacco, ci fa guardare al Figlio, nel quale tutti possiamo scoprire il perché siamo stati creati e quale sia dunque il nostro destino. Dio e l’uomo non come avversari, come qualcuno aveva voluto invece farci credere in passato, ma come compagni del viaggio che conduce ciascuno di noi verso il pieno compimento della propria umanità nel seno di Dio.
“Non abbiate paura e non stancatevi mai di ricercare le risposte vere alle domande che vi stanno di fronte. Cristo, la verità, vi farà liberi!”, ha esortato e ripetuto in tutte le possibili sfumature Giovanni Paolo II lungo tutto il suo pontificato.“Non abbiate paura di proclamare, in ogni circostanza il Vangelo della Croce. Non abbiate paura di andare controcorrente!”. “Non abbiate paura di aspirare alla santità!”. “Non abbiate paura, perché Gesù è con voi! Non abbiate paura di perdervi: più donerete e più ritroverete voi stessi!”. “Non abbiate paura di dire “sì” a Gesù e di seguirlo come suoi discepoli. Allora i vostri cuori si riempiranno di gioia e voi diventerete una Beatitudine per il mondo”. “Dovete essere persone con una profonda fiducia nell’uomo ed una profonda fiducia nella grandezza della vocazione umana”. “Nel silenzio del vostro cuore, non abbiate paura di ascoltare il Signore che vi parla!”. “Non abbiate paura di impegnare le vostre vite nella pace e nella giustizia, perché voi sapete che il Signore è con voi in tutte le vostre vie”.
Giovanni Paolo II non ebbe paura di proclamare ovunque, a parole e con gesti profetici, la grandezza della persona umana, di ogni singolo uomo e ogni singola donna, amati da Dio come figli. E non ebbe paura di lavorare affinché il Regno di Dio diventasse più visibile in questo nostro mondo e in questo nostro tempo.
Non lo spronavano i protagonismi, ma nemmeno si lasciava tentare da una falsa umiltà. Fu così che si ritrovò sempre sotto i riflettori, convinto che la luce di Cristo che portava potesse illuminare molto meglio quanto più in alto fosse. In gioventù, Karol Wojtyla conobbe la potenza paradossale della Croce, luogo privilegiato nel quale lasciarsi trasformare da Dio e dal quale diventare molto vicini a tanti. Questa è la ragione profonda per cui attrasse, e continua ad attrarre anche oggi, persone d’ogni età e cultura: non perché fosse Papa, ma perché uomo pieno di Dio. “Proprio perché si è avvicinato sempre più a Dio nella preghiera, nella contemplazione, nell’amore per la Verità e la Bellezza, il nostro amato Papa ha potuto farsi compagno di viaggio di ognuno di noi e parlare con autorevolezza anche a quanti sono lontani dalla fede cristiana”, ha affermato di lui papa Ratzinger.
“Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt 5,14-15).
Cinto Busquet
Roma, 2 aprile 2006